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La Cultura

Luigi Armando Olivero, (Villastellone, 2 nov. 1909 – Roma, 31 lug. 1996), giornalista, scrittore, poeta e prosatore considerato dalla critica qualificata «il maggior poeta in piemontese del Novecento» (Persona, Roma, A. X, Nm. 1-2, genn.-febbr. ’69), ha esordito giovanissimo come inviato speciale de «La Stampa» e «Gazzetta del Popolo». Come corrispondente di numerose riviste e quotidiani italiani e stranieri, ha avuto l’opportunità di girare il mondo ed intrattenere rapporti culturali con intellettuali e scrittori di altissimo livello come Garçia Lorca, Jean Cocteau, Ezra Pound e altri. A Roma ha fondato e diretto tre riviste: «Ël Tòr-Arvista lìbera dij Piemontèis», (1945-1949); «Il Garibaldi» (1952) e «Poesia dialettale» (1955-1961). Ha scritto per il teatro e per la radio. Le sue poesie piemontesi,con le quali ha vinto innumerevoli premi, sono state tradotte in diverse lingue e dialetti italiani. Nella sua poesia troviamo uno spirito universale che, nonostante affondi le radici nella tradizione piemontese, è capace di affiancarsi ai maggiori esempi mondiali di poesia del Novecento. Il prof. Gilardino, studioso e profondo conoscitore di Olivero, afferma: «la lingua piemontese, raggiunge con Oliverouna vastità, inclusività e letterarietà senza precedenti, avendo egli usato la maggior rosa lessicale mai posseduta dalla lingua piemontese in qualsiasi epoca, .... una vera miniera di parole, per cui varrebbe la pena di studiare le opere di Olivero solo per il loro esemplare valore linguistico... ci troviamo di fronte ad una delle più eminenti personalità letterarie del Novecento e, senza dubbio, al più grande cantore mai esistito in lingua piemontese».