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Un po' di storia

Come Fare:

UN PO’ DI STORIA

 

Anche se la formazione dei primi corpi di Polizia Municipale con caratteristiche simili a quelli odierni risale al periodo post-unitario, le loro origini affondano le radici in una tradizione antichissima, risalgono addirittura all’epoca degli antichi Romani, anche se in forme e nell’ambito di organizzazioni sociali assai diverse da quelle attuali. Infatti l’aggettivo “municipale” sta a ricordare il “municipius”, la città romana abitata dai municipes, cioè coloro che partecipano ai pubblici oneri e relativi onori della città.

I Vigili Urbani nascono nell’anno 493 a.c. a Roma, con la costituzione dei “vigili plebei”, guardiani del Tempio di Cesare, mentre nel 367 a.c. ad essi furono aggiunti i “vigili curuli” e ad entrambe le categorie venivano assegnati compiti in materia di polizia urbana, controllo delle strade e degli edifici, e varie attività nell’ambito delle verifiche commerciali.

Giulio Cesare costituì il nucleo del “vigili cereali” con il compito di vigilare sull’approvvigionamento alimentare della città, mentre l’Imperatore Tiberio isttitui i “vigili viari” per il controllo notturno dei carri rumorosi.

Il vigile romano ebbe un ruolo fondamentale come pubblicus minister, ministro della vita cittadina, custode dell’ordine cittadino, curatore della sicurezza urbana e del normale svolgimento della vita sociale.

Risale all’opera di Ottaviano Caio che nel 27 a.c. istituisce le “Cohortes Urbane” e la “Militia Vigilum” con compiti di prossimità, ingressi in città e pattugliamento, controllo delle merci, annonaria e di ordine pubblico, microcriminalità e spegnimento degli incendi. Nasce così, per la prima volta nella storia, una forza di polizia locale civile, separandola dall’esercito che, fino ad allora, aveva garantito ordine.

Dopo l’anno mille quando iniziano a formarsi i Comuni medioevali, vengono istituite vere e proprie milizie comunali, con ampi poteri sul territorio di loro giurisdizione.

Nei secoli XIII e XIV i Comuni raggiunsero in Italia il massimo splendore. Come forma di governo autonomo della comunità locale, il Comune si dotò di un proprio ordinamento giuridico, con propri statuti e leggi, esercitò la giurisdizione, impose i tributi: di qui l’esigenza di dotarsi anche di una propria “polizia” per la prevenzione degli illeciti, la vigilanza del rispetto delle norme e per il mantenimento dell’ordine pubblico.

 

Anche nel periodo delle Signorie e per tutto il XVIII secolo, si registrano presenze di milizie cittadine, municipali, civiche, con compiti prevalentemente di difesa delle città e del loro ordine interno.

 

Agli inizi dell’800 molte idee ed istituzioni nuove fanno ingresso in Italia, ed una di queste è la modifica dei sistemi amministrativi dei comuni, nei quali vengono istituite “Guardie Civiche” per la difesa dello Stato, per il mantenimento dell’ordine e dell’obbedienza alle leggi, per la protezione delle persone e della proprietà.

Abbandonata la tradizione orale, vengono scritti i primi veri e propri Regolamenti di Polizia Urbana e Rurale, raccolti in testi organici, contenenti attività di Polizia limitatrici dei diritti dei cittadini.

Nel periodo preunitario le prime forme di Polizia Locale furono istituite nel 1745 a Livorno si riprovano prime tracce, mentre sorgeranno i primi Corpi di Polizia Urbana nel 1831 a Prato, nel 1852 a Pisa, a Genova nel 1853, nel 1854 a Firenze, a Torino mentre all’epoca della Rivoluzione francese (1791) la città ebbe il suo Corpo delle Guardie civiche, nel 1861 nascono i primi drappelli di Polizia Municipale.

Dalla fine dell’800 in poi si diffonde in tutta Italia la costituzione di “Guardie comunali”, dipendenti dai sindaci, per il rispetto dei regolamenti comunali. Sono diversamente organizzate a seconda della realtà locale e talora vengono demandati loro compiti anche diversi da quelli a cui siamo abituati a pensare. In diverse città i Corpi di Guardie sono fuse con quelli dei pompieri, come Genova e Verona, mentre in realtà di tipo diverso assumono il ruolo di Guardie campestri, per tutelare le proprietà agrarie dai furti e contrastare il bracconaggio.

Soltanto nei primi anni del 1900, a seguito della riforma Ricasoli, si hanno le prime testimonianze della denominazione di “vigile urbano”.

Nel 1907 Giovanni Giolitti provvide a regolare la materia riunendo le “Guardie di città” riconoscendo ai comuni di poter provvedere alla vigilanza dei regolamenti locali a mezzo di proprio personale e con l’autorizzazione del Ministro dell’Interno potevano costituire un servizio di Polizia Municipale, ai cui appartenenti veniva riconosciuta la qualifica di Agenti di Pubblica Sicurezza, ed erano destinati all’esecuzione dei provvedimenti straordinari relativi all’igiene, all’edilizia e alla polizia locale.

I comuni mantennero così le guardie rurali, campestri, urbane ed ottennero le proprie guardie municipali e daziarie con compiti di vigilanza sui regolamenti demandati ai comuni in materia.

Durante il fascismo tutta l’amministrazione pubblica dipendeva direttamente dal potere centrale, quindi si assistette alla soppressione dei corpi dei vigili urbani e dei guardiani dei giardini, ed alla istituzione delle divisioni speciali di pubblica sicurezza.

 

Nel 1934 con l’emanazione del T.U. della legge comunale e provinciale, veniva conferito ai comuni il diritto-dovere di istituire i servizi di Polizia Locale per soddisfare gli interessi dei cittadini, con organizzazione interna e con statuto giuridico rimesso alla discrezionalità delle amministrazioni.

Solo nell’immediato dopoguerra furono ricostituiti i vari corpi dei vigili urbani e dei guardiani dei giardini e soppresse le divisioni speciali di pubblica sicurezza e le guardie metropolitane istituite durante il fascismo.

Con l’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana nel 1948, riconoscendo le autonomie locali, affidava loro il destino delle Guardie municipali, così l’art 117 rinviava alla competenza legislativa della Regione anche il tema della Polizia locale.

Cosa succedeva intanto nelle diverse città italiane?

A Roma al termine della guerra i vigili urbani procedono alla ricostruzione del corpo, nell’ottobre 1949 veniva pubblicato il primo fascicolo della rivista “Semaforo”,  il 12 maggio 1957 veniva organizzato il raduno nazionale dei Vigili Urbani, ricevuti poi in Vaticano dal Papa Pio XII, che proclamava il Martire cristiano San Sebastiano Patrono celeste dei Vigili Urbani d’Italia.

A Merano nasceva “Crocevia”, la prima rivista dei Vigili Urbani a diffusione nazionale.

A Firenze nel 1956 veniva organizzato il primo Convegno Nazionale dei Comandanti dei Vigili Urbani d’Italia.

A Napoli nel febbraio del 1957 veniva costituita la Sezione Italiana dell’Associazione Internazionale di Polizia.

A Genova nel 1952 il Corpo di Polizia Municipale, o meglio di Guardie Municipali, compiva cento anni e in tale occasione molti dei suoi appartenenti ricevevano importanti riconoscimenti.

Intanto a Torino i Civich organizzavano il trofeo calcistico Crocevia e il Comandante nel settembre 1961 radunava in città gli Agenti del traffico dei Paesi della Comunità Europea.

A Milano i Ghisa entravano nelle scuole ad insegnare educazione civica e stradale, ed il Corpo vantava di una efficiente organizzazione che diventerà di esempio e modello da imitare da parte di tanti altri Corpi d’Italia.

A Verona nel 1963, si inaugurava il primo Convegno Nazionale degli Assessori alla Polizia Urbana e al traffico, ed in tale occasione il Comandante del Corpo di Bari relazionava sulla necessità di una scuola per i Vigili Urbani a livello regionale.

A Salerno nel 1963 si organizzava il primo Convegno Nazionale della Polizia Municipale e si dà vita ad un Comitato per costituire una associazione Nazionale dei Vigili Urbani.

Il vigile definito “il biglietto da visita della Città”, si ritaglia un proprio ruolo di prestigio con una presenza qualificante, assicurando una “dimensione umana” al suo servizio.

Per la verità allora difficilmente si parlava di Polizia Municipale, ma il termine usato era quello di Vigili Urbani, anche se il Codice della strada del 1959, per la prima volta nel diritto ufficiale, annoverava la Polizia Municipale come organo di Polizia Stradale in campo nazionale con competenze territoriali.

Dal 1972 si susseguirono una serie di decreti legislativi con i quali si intendeva dare attuazione all’art. 118 della Costituzione, mediante il trasferimento di funzioni amministrative alle Regioni, alle Province, ai Comuni e agli altri Enti Locali.

In particolare l’elenco dei compiti dei Vigili Urbani si allunga a dismisura, con l’entrata in vigore del D.P.R. n. 616 del 1977 che decreta in capo ai comuni funzioni amministrative relative alla “Polizia Locale”, aventi ad oggetto le attività dei pubblici esercizi e di buona parte delle competenze del Testo Unico delle leggi di Pubblica Sicurezza.

Nel 1986 si arriverà all’approvazione della “Legge Quadro sull’ordinamento della Polizia Municipale” (Legge n. 65 del 07 Marzo 1986), la quale diventerà il testo basilare della disciplina dell’intera materia ed attribuirà un nome alla struttura di “Polizia Locale” nel Comune, definendola “Polizia Municipale”, comportando così un cambiamento nella definizione dei i vigili urbani che da quel momento assumeranno la denominazione odierna di Polizia Municipale.

Questa legge costituiva un complesso organico di norme che superava la precedente normativa costituita da una molteplicità di disposizioni frammentarie e di rango diverso nella gerarchia delle fonti, sparse in numerosissimi testi per lo più dedicati ad altri oggetti e materie diverse, ed inoltre, emanate in diverse epoche storiche.

Nel marzo 1987 sarà approvato il decreto ministeriale n. 145 riguardante specificatamente l’armamento della polizia Municipale.

Per ogni regione esistono poi delle leggi regionali specifiche che ne disciplinano la formazione degli appartenenti, le caratteristiche delle uniformi e dei relativi distintivi di grado, le caratteristiche dei mezzi e gli strumenti operativi in dotazione ai corpi e servizi.

 La Regione Piemonte ha approvato la Legge regionale n. 58 del 30 novembre1987 concernente “Norme in materia di Polizia locale”.

E la Legge n. 57 del 16 dicembre 1991: Integrazione alla legge regionale 30 novembre 1987 n. 58: infatti questa legge integra ed aggiorna la legge regionale n. 58 in specifiche e limitate materie, quali la determinazione del contingente numerico del servizio di Polizia municipale, i casi in cui i comuni possono procedere all’assunzione temporanea di personale stagionale di polizia municipale, l’assunzione da parte della Regione di funzioni di studio in materia di polizia locale, casi, modalità e tipologia delle uniformi di servizio, dei segni distintivi del grado, dei mezzi operativi, della placca e del tesserino di riconoscimento. 

Ad oggi le normative regionali per ricomprendere le Polizia municipali e provinciali hanno adottato il termine Polizia locale.


Documenti allegati:
File pdfVolantino incontro sicurezza 22-11-2012 (169,01 KB)

File pdfVolantino progetto sicurezza 22-04-2013 (965,26 KB)

File pdfRegolamento di Polizia Urbana (141,1 KB)